Giureconsulto italiano. Esponente di maggior valore della
scuola bolognese dei glossatori (V.),
studiò Diritto a Bologna, dove ebbe come maestri Azzone e Jacopo
Balduini, e vi insegnò, dal 1213 al 1253, lo
ius civile,
esercitando nel contempo anche la professione forense, attività che gli
permise di accumulare un consistente patrimonio. La sua fama di giurista, a
parte opere minori fra cui il corpo delle consuetudini feudali raccolte nei
Libri feudorum, è legata alla compilazione della
Magna
Glossa o
Glossa ordinaria. In questo lavoro
A. ha raccolto e
sistemato, secondo un'esigenza di ordine e chiarezza, le glosse intorno ai testi
giustinianei prodotte dalla scuola in circa 120 anni, da Irnerio in poi. La
successiva sovrapposizione di glosse e la confusione materiale generata dalla
loro stratificazione imponevano un lavoro di coordinazione e di scelta del
materiale rispetto ai singoli passi. Attraverso un impegno decennale
A.
riuscì a produrre una summa e un'elaborazione organica della scienza
giuridica che lo aveva preceduto, riuscendo anche a dare spazio alle sue
opinioni personali, presentando 96.260 glosse particolari, tutte siglate col
nome degli autori, di cui solo un centinaio in contraddizione fra loro. Dalla
Glossa prese ispirazione tutta la giurisprudenza post-accursiana e anzi
essa divenne il tramite con cui si diffuse in Europa il diritto giustinianeo
come diritto comune o almeno come fatto dottrinale. Acquistò così
autorità di fonte prevalente per l'interpretazione dei testi romani e
divenne un manuale di uso corrente per gli studiosi di diritto e per i giudici
(Bagnolo, Firenze 1182 - Bologna 1263).